GOLF

Europa, così si vince. Poker Aberg, americani frenati nell'anno della Ryder Cup

Dopo McIlroy e Straka in California e Detry a Phoenix, lo svedese trionfa a Torrey Pines. Buoni segnali in vista di Bethpage a settembre

Matteo Dore
Giornalista

Americani, adesso preoccupatevi! Stiamo esagerando e scherzando, ma certi risultati fanno crescere un po’ di orgoglio europeo e visto che quest’anno si giocherà la Ryder Cup qualche volo di fantasia è concesso. L’ultimo a regalare una gioia è stato Ludvig Aberg. Lo svedese che sembra un po’ un robot, sorriso educato e sguardo concentrato, ha vinto a Torrey Pines il Genesis Invitational, torneo più speciale degli altri se non altro perché è quello “organizzato” da Tiger Woods, venti milioni di montepremi e appuntamento irrinunciabile per tutti quelli che possono esserci. Con l’ultimo putt alla 18 per il birdie decisivo, Aberg ha fatto un poker europeo che sta facendo nascere qualche dubbio agli americani, naturalmente sempre convinti di dominare in tutti gli sport. Prima di Ludvig sul Pga Tour hanno vinto un belga, Thomas Detry a Phoenix, un nordirlanese, l’immenso McIlroy a Pebble Beach, e un austriaco, Sepp Straka a La Quinta. Se poi si aggiungono il giapponese Matsuyama e il canadese Taylor che hanno vinto i primi due tornei del 2025 alle Haway, si vede che nell’elenco dei vincitori di quest’anno c’è un solo americano che per ironia si chiama... English. Insomma, nell’anno che culminerà con la Ryder Cup a Bethpage a settembre non sono bei segnali per la squadra Usa, mentre sono ottimi per l’Europa. Meglio così.

Rory McIlroy lancia il coro da stadio nel pullman che riporta a Roma i trionfatori della Ryder Cup

partenza a razzo

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Aberg è un giovane, 25 anni, ma non è più una novità. Ha fatto il college in America ed è stato il primo nella storia a garantirsi la carta Pga grazie ai risultati ottenuti all’università. È passato professionista poco prima dell’estate 2023 e pochi mesi dopo è stato chiamato da Luke Donald nella squadra europea a Roma, una scelta che poteva trasformarsi in un disastro perché nessuno aveva mai giocato la Ryder prima ancora di debuttare in un Major, e invece si è rivelata vincente. Protagonista al Marco Simone con due successi in coppia con Viktor Hovland, nel 2024 è arrivato secondo al Masters e 12° allo Us Open dopo essere stato in testa alla fine della seconda giornata. Ha già vinto sia in Europa – Omega Masters a settembre ’23 – sia negli States, RSM Classic in Georgia a novembre ’23 e Genesis a Torrey Pines domenica scorsa. A vederlo giocare non si può che pensare che presto dominerà il golf in un lungo duello con Scottie Scheffler, attuale numero 1. Ha uno swing perfetto che sembra costruito in laboratorio, un movimento semplice, ma allo stesso tempo potente grazie anche alle leve lunghissime (è alto più di 1.90). Non va mai fuori ritmo. Non mostra mai emozioni negative. Un robot, appunto. Con il successo nel Genesis è salito al quarto posto della classifica mondiale. A Bethpage giocherà la sua seconda Ryder e l’Europa – vista oggi – non sembra affatto male. Aberg, McIlroy, Rahm, Hatton, i gemelli Hojgaard. Poi Straka e Detry. Più Fleetwood e Lowry e magari qualche sorpresa. Capitan Donald, con Dodo Molinari ad aiutarlo come vice, dovrà pensare bene alla selezione, ma meglio scegliere nell’abbondanza che arrivare a certe chiamate per mancanza di alternative.

in messico

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Tanti europei saranno presenti questa settimana al torneo che si tiene in Messico, al VidantaWorld di Nuevo Vallarta (da oggi a domenica). In campo anche Matteo Manassero e Francesco Molinari che dopo tre settimane di pausa riprendono il loro cammino sul Pga Tour. Manassero dopo il 43° posto nell’American Express e il 25° nel Farmers Insurance Open proverà a migliorarsi ancora, mentre Molinari dovrà riscattare i due tagli subiti. Il montepremi è di 7.000.000 di dollari con 1.260.000 al vincitore.

DP WORLD TOUR

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Intanto il DP World Tour, dopo cinque gare in Arabia e una settimana di pausa, approda in Kenya per la 56ª edizione del Magical Kenya Open (da oggi a domenica). Cinque gli italiani impegnati al Muthaiga Golf Club, a Nairobi: Guido Migliozzi, che ha vinto il torneo nel 2019, Andrea Pavan, Gregorio De Leo, Renato Paratore e Filippo Celli. Tra gli azzurri è in cerca di riscatto Migliozzi, che ha mancato tre tagli di fila dopo essersi classificato ottavo nel Dubai Desert Classic. Piuttosto regolare Pavan, a premio per cinque volte in sei presenze, mentre De Leo è reduce dal 12° posto nel NTT Data Pro Am sul Challenge Tour, dopo le prime due gare poco fortunate sul circuito maggiore, per il quale ha la “carta” conquistata attraverso la Qualifying School. Celli e Paratore hanno, invece, un’occasione da sfruttare sul DpWorld dove non possono giocare con continuità. Difende il suo unico titolo sul tour l’olandese Darius Van Driel. Nel field altri quattro past winner: lo spagnolo Jorge Campillo (2023), il cinese Ashun Wu (2022), il sudafricano Justin Harding (2021) e lo svedese Sebastian Soderberg (2016). Il montepremi è di 2.500.000 dollari, di cui 425.000 sono riservati al vincitore.

Il centrocampista scozzese del Manchester United Scott McTominay, 23 anni, rievoca la "crossbar challenge" resa nota da Ronaldinho in una pubblicità, ma non colpisce la traversa con i ferri del suo mestiere: usa una mazza da golf, con ottimi risultati.
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